Credo che sul piano straordinario di manutenzione della rete viaria comunale vadano messi i puntini sulle “i”. Ringrazio il consigliere Scarcello per il suo intervento pubblico, in quanto mi è utile a specificare ciò che, quanto meno a lui, non è chiaro.
Intanto un piano straordinario è un’opera a tutti gli effetti, non un “rattoppo” stradale, ed ha richiesto innanzitutto un censimento delle strade ed una raccolta di interventi necessari, classificandosi in base all’urgenza.
Ha ragione il consigliere quando dice che siamo all’anno zero, per il semplice fatto che le pianificazioni vere partono sempre dalle fotografie attuali, dai censimenti, e noi siamo dovuti partire da zero praticamente su tutto: dal patrimonio immobiliare dei centri storici al verde, passando per le strade e così via.
Non solo: siamo all’anno zero perché una città che richiede quasi 8 milioni di euro per gli interventi di messa in sicurezza di una qualsiasi rete primaria, come quella viaria, certamente qualche problema strutturale lo evidenzia.
Per altro il vero dato della delibera di giunta non è il mutuo, come si vuol far credere, ma l’approvazione di un progetto preliminare (diviso per lotti), facilmente tramutabili in progetti definitivi, e solo con i progetti oggi si può bussare alle porte di una qualsiasi istituzione extra-locale qualora da qui a breve ce ne dovessero essere l’occasione, non con gli agganci politici come si faceva una volta.
Partendo dalla fotografia dell’attualità, i tecnici hanno redatto lo studio di fattibilità di un piano straordinario: un primo livello di progettazione per la messa in sicurezza (non la laccatura in oro) della rete viaria comunale, con una funzionale divisione in lotti. Comprendo che a queste latitudini sembra una blasfemia, ma la messa in sicurezza di una rete primaria non è un’opera dilazionabile; in secondo luogo un progetto del genere rappresenta un’opera vera e propria, un intervento strutturale che con la manutenzione ordinaria (non a caso stiamo ricostituendo le “squadre viabilità”) durerà molto a lungo e che consentirà, fra l’altro, al comune di evitare contenziosi per centinaia di migliaia di euro annui, oltre che rendere la vita più facile a cittadini e visitatori.
Insomma, la retorica dell’aspirapolvere, del padre di famiglia e dell’indebitamento è piuttosto buffa.
Furbate? Investire denaro nelle reti primarie della città, che provenga da mutui o finanziamenti, è un dovere assolto con una procedura trasparente.
Non pagare decine di milioni sui rifiuti, sull’acqua o sull’energia elettrica, semmai, è stata (usando termini molto eleganti) una furbata elettorale, servita a spendere soldi (non propri) creando debiti invisibili ai cittadini che, dopo anni, la nostra Amministrazione sta ripianando. Soltanto per i rifiuti parliamo di circa 15 milioni di euro, con i quali avremmo potuto finanziare due piani straordinari di manutenzione e la realizzazione di un paio di strade nuove.
Anche questo potrebbe sembrare buffo, ma non lo è.
IL SINDACO
FLAVIO STASI