Fusione Corigliano-Rossano, modello seguito da tutta Italia
Il Tar Calabria ha bocciato il ricorso di cinque cittadini per l’annullamento del Referendum consultivo del 22 ottobre 2017 sulla fusione di Corigliano-Rossano.
Il Tar Calabria ha bocciato, ritenendolo in parte inammissibile e in parte irricevibile, il ricorso di cinque cittadini che si erano appellati al tribunale amministrativo di Catanzaro per l’annullamento del Referendum consultivo del 22 ottobre 2017 sulla fusione di Corigliano-Rossano.
L’ennesima prova, ove fosse necessario averne altre, che la città unica è una realtà e lo è ormai da due anni e che quella di Corigliano-Rossano è una delle città più importanti della Regione.
Una ragione in più per rilanciare non soltanto il difficile percorso amministrativo conseguente alla nascita del nuovo comune, ma anche e soprattutto l’idea stessa di Città unica anche alla luce delle prospettive aperte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Quello di Corigliano-Rossano è un modello guardato con attenzione da tutta Italia, ed il fatto che siamo al Sud rende il nostro percorso ancor più importante ed ambizioso, in un quadro di forte arretramento generale.
Come amministrazione comunale sappiamo quante e quali siano le difficoltà nel processo di fusione, ma troppo spesso dalle nostre parti si sottolinea ciò che divide, non ciò che unisce, guardando sempre indietro e chi guarda indietro, non può che indietreggiare inesorabilmente. A causa di questo nostro difetto, abbiamo perso molte occasioni.
Ora dobbiamo cambiare passo, soprattutto con le nuove generazioni.
«Chi si scaglia contro la città unica è miope, e quasi sempre animato da interessi particolari – ha affermato il sindaco Stasi – perché il nuovo contesto ha stravolto molti equilibri, anche di potere. Corigliano-Rossano ha di certo alcuni problemi, ma non più di una qualsiasi cittadina delle nostre latitudini e tutti sono affiorati e si sono aggravati mentre esistevano due distinti comuni, non di certo ora. Penso alla rete idrica, alla rete fognaria, ai rifiuti, dissesto idrogeologico, sanità e via dicendo. Al contrario, se oggi abbiamo speranza di superare una parte di questi problemi è grazie alla fusione e, ovviamente, anche ad una classe dirigente diversa, libera, staccata dalle logiche di quartiere del passato».
In questi primi anni di amministrazione della città unica si è lavorato per avviare diversi percorsi, su più fronti, dalla rigenerazione urbana alla viabilità, dalla riqualificazione dei centri storici ai servizi essenziali.
«Basta pensare che in queste settimane – ricorda il Primo Cittadino – stiamo chiudendo le ferite ancora aperte dall’alluvione del 2015 sulla viabilità; al finanziamento per riqualificare il quartiere dei Vasci, abbandonati a loro stessi da anni; al raddoppio dei chilometri sul trasporto pubblico locale; alla discussione sul raddoppio della Statale 106, a prescindere dalle ipotesi di tracciato; alla centralità inedita della città nella Conferenza dei Sindaci e potrei andare avanti a lungo: decine di percorsi a lungo termine che disegnano la città del futuro».
«La fusione stravolge equilibri – conclude il sindaco Stasi – non c’è dubbio, e rende il compito di un’Amministrazione Comunale, soprattutto la prima, certamente ancor più difficile, ma la nostra comunità non deve avere paura del cambiamento. Soprattutto non deve farsi trarre in inganno da chi, invece, quel cambiamento lo teme, dentro e fuori dai confini di Corigliano-Rossano, perché vorrebbe tornare indietro e gestire indisturbatamente un territorio diviso».