Questione rifiuti: Situazione ancora critica
I Comuni fanno il massimo, ma il sistema è insostenibile
Ritengo opportuno informare la comunità rispetto a quanto sta accadendo relativamente al ciclo dei rifiuti anche alla luce di ricostruzioni, non sempre complete o precise, della situazione attuale che ho avuto modo di leggere.
Partiamo dalla questione “pagamenti” che spesso viene tirata in ballo come causa prima di ogni problema, attribuendo ai Comuni il ruolo di “cattivi pagatori”. Ormai da alcune settimane il problema è di carattere esclusivamente amministrativo, e non finanziario, dal momento che – per ragioni personali – il Direttore dell’ATO si è dovuto assentare, rendendo impossibile la produzione degli atti propedeutici ai pagamenti. In molti, infatti, sono convinti che che l’ATO disponga di una struttura elefantiaca, non sapendo che in realtà amministrativamente è retto da una sola persona, il ché dovrebbe far riflettere. Per cercare di uscire da questa situazione, il Comune di Corigliano-Rossano, come accaduto altre volte, ha dato disponibilità di un proprio funzionario del settore Ambiente per svolgere temporaneamente il ruolo di Direttore, ed in queste ore lo stesso sta procedendo a prendere contezza della documentazione: non si può di certo chiedere ad un funzionario pubblico di firmare atti senza studiarne i contenuti.
Il pagamento dei comuni brutti e cattivi, quindi, in questa fase non c’entra nulla, fermo restando che se ci sono enti comunali che hanno difficoltà a pagare con puntualità, non è detto che sia per mancanza di volontà.
Il secondo problema, questo purtroppo molto più grave e preoccupante, è l’assenza di impianti di conferimento degli scarti.
Ho letto ricostruzioni secondo le quali la chiusura dell’impianto di Bucita imporrebbe l’attivazione di costosi circuiti di smaltimento fuori regione: sbagliato. Gli scarti vanno già da mesi in questi circuiti, e sono sempre più costosi: questa è la ragione per la quale ormai da due anni sostengo che il ciclo dei rifiuti regionale scoppierà come una bolla perché insostenibile dal punto di vista finanziario, e che serve un intervento della Regione perché né i comuni né le aziende saranno in grado di reggere. L’aumento dei costi ricade sui comuni e sulle comunità, sterilizzando gli effetti positivi della differenziata e scoraggiandola, aggravando ulteriormente il problema.
Ad ogni modo i potenziali siti di conferimento restano pochi ed insufficienti, e per quantità residuali a Cassano, San Giovanni, in parte a Lamezia e così via.
In prospettiva esiste il progetto di realizzare un nuovo sito a San Giovanni in Fiore, anche di stoccaggio, ma è evidente come per uscire dalla fase attuale serva una soluzione straordinaria che i singoli comuni – e probabilmente neanche l’ATO – sono in grado di mettere a terra.
Questa situazione è la conseguenza della eredità nefasta di anni di commissariamento, che ha lasciato un sistema impiantistico deficitario soprattutto in provincia di Cosenza, ma anche della legge istitutiva degli ATO che – di fatto – ha passato a questi organi assembleari molte responsabilità ma pochissimi poteri. La legge è del 2014 ed ebbi modo di sottolinearlo proprio nella Commissione Regionale competente: forse dopo sette anni è giunto il momento di modificarla.
L’Ufficio di Presidenza dell’ATO si riunirà nuovamente lunedì prossimo provando a trovare ad affrontare per l’ennesima volta questa situazione.
IL SINDACO
FLAVIO STASI