Il contesto storico e geopolitico all’interno del quale si inserisce il conflitto tra Russia e Ucraina è ancora, a molti, poco chiaro.
Per riuscire a comprendere fino in fondo tutto ciò che sta succedendo in questo momento tra i due Paesi dell’est, è di fondamentale importanza capire quelle che sono state le ragioni storiche che hanno mosso le due grandi Nazioni ad arrivare fin qui.
Partiamo perciò dal principio, da uno dei momenti più importanti della storia contemporanea: la caduta del Muro di Berlino.
Il 9 novembre 1989 il mondo decise di cambiare completamente forma, riunendo due parti del Pianeta completamente diverse tra loro. Fino a quel momento l’attuale Russia, basava il proprio impero e le proprie forze sulla così detta “Cortina di Ferro” e su quelli che erano considerati “Paesi cuscinetto”. Con la fine della spaccatura mondiale e con l’ingresso progressivo da parte degli ex Stati filorussi (attraverso il Patto di Varsavia) all’interno della Nato (con il Patto Atlantico), il cordone militare russo si è assottigliato sempre di più. La sola Bielorussia è stata l’ultima superstite agli ordini dell’attuale leader Putin. L’Ucraina invece, è l’unico stato fuoriuscito che non fa parte della NATO, ma che al contempo, ha deciso comunque di non rimanere sotto il comando e gli ordini di Putin. La neutralità del Paese è, di fatto, impossibile da mantenere. Qual è la conseguenza di tutto questo? La vera motivazione per cui Putin sta attaccando il Paese confinante, dando vita ad un conflitto spaventoso, è essenzialmente che, se l’Ucraina dovesse effettivamente pensare di entrare a far parte della NATO (cosa che potrebbe accadere vista già la posizione dei Paesi attualmente membri dell’organizzazione e a favore della protezione), Putin avrebbe praticamente il “nemico in casa, senza possibilità di scampo”.
Il leader russo aveva pregustato la malsana idea, già nel 2014, con la Crimea e, l’origine del conflitto anche questa volta è considerato di matrice geopolitica: la rivendicazione del Donbass come causa scatenante.
In realtà, la presa alle armi, potrebbe altresì essere dovuta ad una perdita di consensi popolari nei confronti di Putin. Dunque potrebbe essere considerata una maniera, seppur brutale, di riottenere consensi e autorità da parte del leader russo.