Il Faro di Capo Trionto rientra tra i 110 interventi ad alta priorità
«Il CIS Calabria rappresenta un unicum rispetto agli altri CIS che abbiamo avviato finora: riguarda l’intero territorio regionale, attraversa le competenze di sei Ministeri, ha raccolto un numero record di adesioni e progetti e impegna risorse altrettanto significative». Con queste parole, il ministro Mara Carfagna ha introdotto la firma del Contratto Istituzionale di Sviluppo “Svelare bellezza”, riservato al territorio calabrese.
Raggiunge così una tappa importante il percorso avviato il 19 ottobre 2021 con il primo tavolo di concertazione e proseguito con l’invio di ben 1.180 proposte, per un valore di 6,75 miliardi di euro, da parte degli enti territoriali. «Un lavoro che rappresenta un bell’esempio di dialogo e di rapporti istituzionali, di cui questo Paese ha bisogno», ha sottolineato la sottosegretaria Dalila Nesci, che detiene la delega a questo CIS e quindi ha seguito l’intero percorso, fino alla firma di oggi a Tropea, e continuerà a farlo.
Sono stati così selezionati 110 interventi a priorità alta, che riceveranno subito un finanziamento pari a 226,97 milioni di euro provenienti dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020, che dovrà essere approvato in via definitiva dal CIPESS. Si tratta della quota più elevata di risorse riservata finora a un CIS proposto dal ministro per il Sud e la Coesione territoriale. I 318 progetti a priorità media e, a seguire, i 462 a priorità bassa potranno essere finanziati a seguito di ulteriori disponibilità di risorse.
Tra i 110 interventi a priorità alta rientra il progetto di recupero e valorizzazione del Faro di Capo Trionto, da destinare a parco biomarino ed hub culturale. Il nostro comune ha ottenuto fondi per quasi due milioni di euro. Svelare la bellezza della Calabria, dei suoi paesaggi naturali e di quelli antropizzati. Recuperare quei contesti affetti da gravi problemi di degrado, che necessitano di un complessivo fabbisogno di riqualificazione, al fine di valorizzarne l’intero territorio circostante. Migliorare, laddove necessario, anche l’accessibilità e la fruibilità delle aree oggetto dell’intervento, con ricadute positive in termini occupazionali e di innalzamento dei livelli di qualità della vita della popolazione residente. Questi gli obiettivi che il Cis Calabria si propone e che sono stati annunciati, tra l’altro, lo scorso 22 novembre presso Palazzo San Bernardino nel centro storico di Rossano.
Il progetto di recupero e valorizzazione del Faro di Capo Trionto, nel comune di Corigliano-Rossano (CS) , da destinare a parco biomarino ed hub culturale, rientra in una strategia generale ad alto impatto nella sostenibilità ambientale. Il luogo riveste notevole interesse storico e culturale ed è riconosciuto come tale dal MIC. L’area, per la quale è stato ottenuto il finanziamento, con il Cis Calabria, “Svelare bellezza” per oltre un milione di euro, è rientrato tra 110 interventi a priorità alta e sarà utilizzata come Parco Biomarino all’interno del quale potranno essere realizzate attività museali, ludico-creative oltre attività di ricerca e studio per la salvaguardia della biodiversità del territorio, a partire dalla poseidonia oceanica che insiste proprio a partire da quella zona di litorale. Il faro sarà utilizzato come punto di osservazione e di interesse ludico con varie e possibili declinazioni culturali. Diventerà un vero e proprio hub culturale con la possibilità anche di attrarre flussi turistici oltre a ricercatori e studiosi. Una volta realizzato l’intervento, il bene sarà affidato in gestione ad una organizzazione/impresa scelta attraverso un bando ad evidenza pubblica. La struttura attualmente versa in condizioni di abbandono, l’intervento porterà migliorie sia dal punto di vista di qualità ambientale che di vivibilità. L’impatto ambientale sarà positivo e offrirà anche alla fauna endemica la possibilità di permanere in condizioni naturali. Dal punto di vista sociale l’intervento contribuirà alla riqualificazione di un’area attualmente degradata ed a favorire anche la fruizione di un tratto di costa, oggi non fruibile. Le ricadute occupazionali saranno consistenti, sia in fase di realizzazione dell’intervento che in fase di messa in esercizio, atteso che tra addetti alla reception, custodi, ricercatori ed operatori culturali necessitano almeno 10 risorse umane da impiegare direttamente nella struttura, cui si aggiungono addetti alla manutenzione, alla sorveglianza, alle pulizie.