“La città dei luoghi. Il Festival dell’appartenenza” che si terrà 9 all’11 settembre, giunto alla sua seconda edizione, continua nella scia del suo ambizioso cammino nel mai sopito intento di raccontare la grande ricchezza della provincia italiana, attraversata da saperi ed esperienze che, per la ineguagliabile bellezza e profondità del sentire, hanno raggiunto anche una consacrazione internazionale: una dimensione “glocale” dove il richiamo al proprio campanile è garanzia di apertura al confronto e mai segnale di chiusura verso l’altro.
Musica, incontri e approfondimenti in tre date itineranti da Piazza Bernardino Le Fosse a Piazza Giovanni Paolo II (nota anche come piazza Salotto)
La rassegna – riconfermata dal sindaco Flavio Stasi, dall’assessore alla Cultura, Alessia Alboresi, con la consulenza artistica di Peppe Voltarelli ed il coordinamento della casa editrice Squilibri – si muove sul piano dell’affermazione della propria identità per addizione, una somma di più cose – cibo, tradizione, usanze, musica, cultura – un plus, una pratica che non prevede alcuna sottrazione. Idea sottesa che regge anche l’impianto di fusione dei comuni di Corigliano Calabro e Rossano.
Si parte il 9 settembre, in piazza Bernardino Le Fosse, con “Appartenenze mobili”, alle 20.30, appuntamento con John Vignola giornalista, critico musicale e conduttore radiofonico italiano, impegnato professionalmente nel mondo della musica da almeno trent’anni, con la pubblicazione di libri e la curatela di collane editoriali, nonché la direzione artistica di importanti festival nazionali. Attualmente è il conduttore su Rai Radio1, di Radio1 Music Club, nonché conduttore di Musicultura. A seguire il concerto di Peppe Voltarelli con Marco Calliari. Peppe Voltarelli della “glocalità” ha fatto la sua cifra distintiva, essendo fortemente radicato nella terra d’origine e allo stesso tempo proiettato sulla scena internazionale come ambasciatore nel mondo della canzone d’autore. Suo ospite un artista come Marco Calliari, un cantautore canadese, tra i più noti e seguiti nel suo paese, che non ha dimenticato le proprie origini italiane e che della relazione tra i due mondi, quello di provenienza e quello di appartenenza, ha fatto la propria cifra distintiva.
Il secondo appuntamento è previsto per sabato 10 settembre con “Appartenenze radicate” in piazza Giovanni Paolo II a partire dalle 20.30. Il primo incontro letterario sarà con Daniele Sanzone e Peppe Lanzetta e, a seguire, il concerto degli ‘A67. Dalle banlieue parigine al Bronx napoletano Lanzetta racconta le periferie dell’anima come nessun altro sa fare. Come un blues dolente strimpellato alla luna, nelle pagine del libro si avvertono l’odore, il caldo, la musica e le voci di Napoli, la città più variopinta del mondo. Nati a Scampia come reazione a una condizione sociale di grande disagio, gli ‘A67, esprimendo la volontà di riscatto e la ricchezza di tensioni che accomuna tutte le periferie del mondo, hanno elaborato proposte musicali di grande originalità, capaci di porsi in dialogo con cinema e letteratura e all’incrocio tra diversi ambiti espressivi. Espressioni artistiche fortemente radicate nel contesto di appartenenza e impensabili fuori da quel contesto di cui si parlerà anche con Daniele Sanzone che, oltre ad essere il frontman della band di Scampia, è anche giornalista e scrittore, con all’attivo numerosi programmi per testate nazionali e volumi sui rapporti tra musica e territorio.
A chiusura del festival l’11 settembre le “Appartenenze mascherate” sempre in piazza Giovanni Paolo II a partire dalle 20.30, incontro con Sara Sanzi, Davide Toffolo (Tre allegri ragazzi morti) e, a seguire, Erica Mou in concerto. Affermato musicista e frontman del gruppo rock Tre allegri ragazzi morti, Davide Toffolo è stato uno degli autori che ha contribuito a rivoluzionare il fumetto italiano tra gli anni Novanta e Duemila, partecipando al gruppo Mondo Naif e alle riviste Dinamite e Fandango ed è considerato un pioniere in Italia del graphic novel. Tra le più giovani cantautrici italiane, nata e cresciuta in Puglia, Erica Mou vive ora a Londra dove ha trovato forse il contesto più appropriato alla sua vena artistica con una forte impronta cosmopolita. A condurre la discussione su identità mascherate o anche camuffate dietro una patina di cosmopolitismo, Sara Sanzi, giornalista di Rai3, conduttrice di Expat, la trasmissione della Rai dedicata alle nuove forme ed esperienze di migrazioni di italiani all’estero che sono anche racconti di sentimenti di appartenenza trapiantati altrove.
Ogni serata sarà accompagnata da esibizioni di Live painting a cura di Beppe Stasi, direttore didattico del Museo del Fumetto di Cosenza e di Luisa Corcione, straordinaria artista crossover partenopea, vincitrice del Fringe Festival per la drammaturgia e del premio Fersen per l’innovazione e la ricerca.
«L’obiettivo di questo festival è far emergere quelle esperienze che hanno segnato l’esistenza di un individuo o di una comunità. L’appartenenza è un aspetto centrale per la comprensione di noi stessi e del significato che ciascuno di noi dà alla propria vita. Siamo individui ma è il nostro senso di appartenenza ad un luogo che ci porta a definire la nostra identità – afferma l’assessore Alessia Alboresi – questa rassegna attraversa diversi mondi per chiudere il cerchio qui, in Calabria, con i nostri suoni e il nostro senso dell’essere uniti nella diversità».