Porre la questione dei pagamenti ai comuni è immorale

Stasi: «Riscossione TARI? I comuni hanno soltanto oneri»

 

Mentre mi auguro, con la riunione tecnica di ieri in Cittadella, di aver superato almeno temporaneamente l’emergenza rifiuti causata dalla difficoltà di conferire gli scarti di lavorazione, voglio tornare volontariamente sulla questione dei rapporti contrattuali tra gli enti comunali ed il complesso “sistema-rifiuti” calabrese, con particolare riferimento ai flussi finanziari.

Troppo spesso, soprattutto in emergenza, ho letto cose ignobili rispetto ai comuni che non pagherebbero, tentando di ridurre la questione a dei sindaci canaglia che terrebbero i soldi per sé. Francamente credo sia giunto il momento di dire basta.

Intanto il 90% delle emergenze rifiuti degli ultimi anni è stato causato da questione tecniche, ovvero dalla quasi totale assenza di siti presso i quali conferire gli scarti di lavorazione.

Il restante 10% è stato dunque causato dai Comuni? No, nemmeno. Perché quasi sempre anche il mancato pagamento alle aziende private che lavorano nel sistema pubblico dei rifiuti è causato da problemi amministrativi.

I cittadini sappiano, per esempio, che è per questa ragione che nel 2022 i contratti tra ATO ed alcune aziende sono stati formalizzati soltanto a settembre, e senza contratti non si poteva né fatturare né – conseguentemente – pagare.

Per quale ragione tanta lentezza? Semplice: l’Ato di Cosenza tecnicamente è formato da un solo dirigente, che da solo o quasi dovrebbe far tutto. Qualcuno dirà: perché i comuni non hanno dato i propri tecnici per prestare servizio all’ATO? Risposta semplice: perché tutti i comuni, dal più piccolo al più grande, a causa della carenza di personale non riescono ad ottemperare alle proprie funzioni. Realizzare il Centro di Costo a Corigliano-Rossano, per esempio, ha richiesto un grande sforzo da parte nostra, perché significa sacrificare risorse comunali.

Infine, una riflessione, quasi retorica: ma che guadagno dovrebbe averne una Amministrazione Comunale nel non pagare volontariamente per un servizio? Si tratta, lo ricordo, di somme che devono essere stanziate nel bilancio, quindi impegnate e liquidate. O forse si pensa che se il 50% dei comuni calabresi sono in dissesto è perché il 50% dei sindaci sono canaglie?

Ecco perché sollevare la questione dei pagamenti dei comuni, lo dico a chiare lettere, non solo è segno di profonda incompetenza, ma è anche immorale. Se proprio lo vogliamo dire, per quanto ci riguarda, abbiamo persino ripianato un debito di 16 milioni di euro per gli anni dal 2015 al 2018.

Un’ultima riflessione sulla questione della TARI. I cittadini devono sapere che con questo tributo ogni Comune non può fare altro che coprire le spese complessive del sistema rifiuti, ovvero la somma dei costi della raccolta, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti.

La leggi di riordino del sistema prevedeva che, al posto dei comuni, per la raccolta sarebbero dovute subentrare le ARO (Ambito Raccolta Ottimale) facendo delle gare uniche: legge mai attuata. Il trattamento e lo smaltimento, invece, da decenni non è competenza dei comuni, ma era prima della Regione, poi del Commissario, poi delle ATO (nelle condizioni che ho descritto sopra) e prossimamente della nuova entità regionale.

In pratica il Comune riscuote dai propri cittadini delle somme per coprire costi che, in gran parte, non gestisce e che spesso subisce. Non solo. Pochi sanno che, trattandosi di un servizio a copertura integrale il cui incasso avviene soltanto a partire dall’anno successivo, spesso i comuni si trovano a dover anticipare gran parte delle somme con la propria cassa. Anche in questo caso parliamo di milioni di euro.

Ecco perché da tempo sostengo che il processo di centralizzazione della gestione del sistema rifiuti, per esempio nella nuova ATO Regionale, non può non implicare anche la centralizzazione della riscossione.

 

Spero che su questo si possa aprire una riflessione ed un confronto, a livello regionale, finalizzato a trovare le migliori soluzioni per i calabresi in un settore, che da troppo tempo, a prescindere dalle competenze e dai colori politici, vive in una imbarazzante emergenza.

 

IL SINDACO
FLAVIO STASI

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