Stasi: «Serve alleanza istituzionale per scongiurare un provvedimento deleterio»
Lo scorso 26 settembre sottolineavo con una nota istituzionale come la norma del dimensionamento scolastico fosse inopportuna ed inadeguata al mezzogiorno ed in particolare alla Calabria. Alla luce di quanto anticipato questa mattina dalla Presidenza della Provincia di Cosenza rispetto alla proposta che sarà portata all’attenzione del prossimo Consiglio Provinciale, quel giudizio viene senz’altro drammaticamente confermato. La norma inserita nella finanziaria del dicembre 2022, del governo Meloni, prevede il taglio delle dirigenze degli istituti scolastici, comprensivi e superiori, con un parametro numerico: quello dei 1000 alunni per istituto. Una norma che probabilmente avrebbe potuto anche avere senso in altre aree del Paese, caratterizzate da centri fortemente urbanizzati, una densità abitativa alta o comunque una rete infrastrutturale civile, ma che da queste parti rappresenta un semplice, mero, deleterio taglio lineare delle dirigenze.
Misurare la scuola e la sua organizzazione esclusivamente con numeri è un errore per definizione.
Ad un sindaco non importa il numero di dirigenze in sé: noi pensiamo alle comunità scolastiche, ed una volta salvaguardati i plessi didattici (soprattutto nei centri storici e nelle aree rurali) l’esigenza successiva è quella di avere un riferimento dirigenziale più prossimo, ecco perché nella nostra delibera – che come quella di tutti i comuni non è stata considerata – si proponeva una deroga alla norma oppure, al massimo, una ridistribuzione geografica delle dirigenze ed un taglio minimo, ovvero 2 su 9.
In queste settimane il dibattito si è concentrato, piuttosto maldestramente, su queste proposte – assolutamente migliorative rispetto a quanto previsto dalle norme – cercando di fare battaglie quasi personali o addirittura con qualche gruppo politico, evidentemente autolesionista, che si è schierato praticamente contro sé stesso.
Non si è capito che il problema era insito in una norma nazionale sbagliata e recepita dai parametri della Regione che, per esempio, prevedono che nella Provincia di Cosenza dovranno essere accorpati 29 istituti: una enormità ed un dato che spazza via ogni ragionamento. Da questo nasce la proposta annunciata questa mattina dalla Provincia, che prevede tagli lineari, con i grandi centri urbani – compreso il nostro – nei quali il numero di dirigenze viene sostanzialmente dimezzato (altro che i due accorpamenti proposti dalla giunta comunale sui quali si faceva la polemichicchia di paese) e con alcuni piccoli centri accorpati ad Istituti con sedi centrali a 30 o 40 chilometri di distanza.
Numericamente non fa una grinza; politicamente è una insostenibile follia.
Oggi il Governo centrale, la Regione Calabria e la Provincia di Cosenza appartengono al medesimo schieramento politico, e come è noto personalmente non sono un sindaco allineato a tale schieramento. Per me sarebbe stato estremamente facile – ed oggi sarebbe ancor più facile – “buttarla in caciara”, soprattutto alla luce delle prossime amministrative, e farne una questione di colore politico. Ma per ottenere cosa? E soprattutto sulla pelle di chi? Dei nostri studenti? Sacrificherei volentieri qualche voto alle amministrative in cambio di una soluzione migliorativa. È ovvio che come sindaci, soprattutto delle città con più di 15 mila abitanti, nelle attuali condizioni dovremo aprire una vertenza anche amministrativa e giudiziaria per tentare di fermare questo percorso, ma ritengo che tutti i sindaci, di qualsiasi colore politico, così come le presidenze della Provincia e della Regione, non possono non condividere una enorme preoccupazione per una brutale falcidiata di questo tipo, su un territorio – quello calabrese – fatto di piccoli centri, contrade rurali, centri storici, distanti tra loro, mal collegati, caratterizzati da forte dispersione scolastica.
Per questa ragione, prima che anche questa vicenda diventi mero terreno di scontro politico, mi appello al Presidente della Giunta Regionale, alle Presidenze delle Provincie Calabresi ed a tutti i sindaci, per strutturare una alleanza istituzionale – che coinvolga anche la delegazione parlamentare calabrese – finalizzata ad un intervento normativo oppure ad una applicazione derogatoria della normativa sul dimensionamento scolastico, che eviti un provvedimento deleterio per l’intera Calabria. Razionalizzare le dirigenze è un conto, accorpare senza criterio è un altro. Un appello che certamente non può non coinvolgere anche tutte le forze sociali della Regione.
Di fronte ad una regione istituzionalmente compatta in tutte le sue articolazioni, il Governo non potrebbe non comprendere l’inapplicabilità di questi parametri sul territorio calabrese. Riusciamo per una volta ad essere uniti?
Come Amministrazione Comunale, una volta salvaguardati tutti i plessi del territorio, continueremo a muoverci in tutte le sedi e con tutti gli strumenti a nostra disposizione per ottenere una revisione di questi provvedimenti e salvaguardare l’efficienza e l’efficacia della articolazione scolastica cittadina.
IL SINDACO
FLAVIO STASI