SICUREZZA E LEGALITÀ, LE RIVENDICAZIONI DEL CONSIGLIO COMUNALE

Stasi: «Non bastano gli interventi episodici il continuo attacco alla serenità della nostra comunità non è episodico ma frutto di un arretramento delle Istituzioni pubbliche»

Garantire la sicurezza sul territorio, camminare uniti, senza divisioni partitiche, per la riapertura del Tribunale, ottenere l’innalzamento del distretto di polizia e maggiori forze in campo. Si è mosso su queste fondamentali direttrici il consiglio comunale odierno svoltosi, per precisa scelta dell’amministrazione, nella sala udienze dell’ex Tribunale in viale Santo Stefano.

Un consiglio velato dalla tristezza, che si è aperto con la lettura di una commossa lettera dei familiari del consigliere comunale di recente scomparso, Raffaele Vulcano, una ferita ancora aperta, sia sotto il profilo umano che istituzionale, per proseguire con la surroga in base all’ art. 45, comma 1 ed Art. 64, comma 2, del D. Lgs 267 /2000 con Giovanni Maria Vergadoro, che insediatosi, dopo aver comunicato la volontà di continuare sul percorso e per rispetto del compianto Raffaele, ha costituito il gruppo corrispondente alla lista nella quale è stato eletto, ovvero Fratelli d’Italia.

Il consiglio è poi proseguito con la partecipata discussione sul punto riguardante la sicurezza e la legalità. Numerosi gli interventi in sala, a partire dall’intervento del deputato Elisa Scutellà, Movimento Cinque Stelle, del consigliere regionale di Azione, Giuseppe Graziano, del consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Davide Tavernise, di don pino Straface vicario generale Arcidiocesi Rossano Cariati, di don Pietro Madeo parroco unità pastorale centro storico di Rossano, di Giuseppe Lavia, segretario provinciale Cisl e Giuseppe Guido, segretario generale Cgil, Pollino-Sibaritide-Tirreno, del sindaco di Longobucco, Giovanni Pirillo, dell’avvocato Maurizio Minnicelli e del presidente della Camera Civile, Francesco Bianco. Assenti per impegni istituzionali, l’assessore regionale, Gianluca Gallo,  la consigliera regionale, Pasqualina Staface, la presidente della Provincia, Rosaria Succurro,  il Presidente Commissione consiliare regionale contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa, Pietro Molinaro, il presidente della Camera Penale, Giovanni Zagarese, il presidente del Coa, Nicoletta Bauleo, il questore Giuseppe Cannizzaro e il procuratore della Repubblica, Alessandro D’Alessio, i quali hanno comunque inteso inviare messaggi alla presidenza del consiglio esprimendo la volontà di contribuire alla lotta per legalità e fronteggiare il fenomeno criminale.

«I fatti accaduti nelle scorse settimane, con incendi quasi quotidiani e con la sfida diretta alle Istituzioni democratiche, lanciata apertamente con l’incendio all’auto del Presidente del Consiglio, impone a quelle stesse istituzioni pubbliche, allo Stato, di intraprendere iniziative concrete sul tema della sicurezza e della legalità – ha dichiarato il sindaco Flavio Stasi nel suo intervento – Non bastano gli interventi episodici perché il continuo attacco alla serenità della nostra comunità non è né episodico né casuale, ma è frutto di un arretramento dei “buoni”, cioè delle Istituzioni pubbliche, che ormai da molti anni hanno progressivamente lasciato spazio libero sul territorio, uno spazio che la criminalità sta occupando sfacciatamente. Non servono rassicurazioni, ma interventi strutturali, interventi per altro dovuti a un territorio ingiustamente scippato».

«Il nostro territorio è vivo, ha un tessuto produttivo dinamico, istituzioni vivaci, una comunità importante e che si evolve nonostante l’assenza di servizi e presidi pubblici – continua il Primo Cittadino – ma ora è il momento che a Roma la smettano di considerare la nostra città come un caso qualsiasi, come un’entità di poche migliaia di abitanti e di pochi chilometri quadrati: questo vale per il tribunale, per il Distretto di Polizia, per il Gruppo dei Carabinieri, per tutte le forze dell’ordine, più in generale per i servizi. Una città di 80 mila abitanti, su un territorio di centinaia di migliaia di abitanti, con il tessuto produttivo più dinamico della regione è distantissimo dall’attuale tribunale e della sede della Procura. Da Aosta a Siracusa tutti gli addetti ai lavori sanno che chiudere l’ex tribunale di Rossano fu una scelta ingiustificabile e sbagliata: non istituire il tribunale ora sarebbe diabolico ed ancor più assurdo. La nostra comunità non vuole la soppressione di altri tribunali, semplicemente rivendichiamo l’istituzione del tribunale cittadino, che rappresenta un caso unico. Il Consiglio Comunale di oggi rafforza ulteriormente queste sacrosante rivendicazioni»

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