Il ritorno alle tradizioni con la Festa di Sant’Onofrio
Evento funzionale alla valorizzazione di un luogo splendido
Domani – domenica 22 maggio – dopo le restrizioni date dalla pandemia, torna a farsi festa per Sant’Onofrio, una festa dei pastori e del popolo – probabilmente la o una delle più antiche d’Italia – che, ad un mese circa dall’inizio dell’equinozio di primavera (21 marzo), invoca la protezione del Santo eremita persiano-egiziano per propiziare una proficua stagione della transumanza.
La manifestazione si svolge sul pianoro dove sorge l’Eremo di Sant’Onofrio, il “Santo Pastore” o “Santo dei Pastori”, nella valle alta del torrente Colonati, santuario edificato sui ruderi di un monastero dedicato proprio al santo dei pastori dalla comunità locale e che fu distrutto dai saraceni, costruito dai superstiti della strage che avvenne nella notte tra il 6 ed il 7 gennaio. Il pianoro, così come il piccolo santuario, è uno dei luoghi di transumanza e nel corso della storia è stato oggetto di varie vicende storiche, ecclesiali e culturali che questa Amministrazione intende valorizzare e diffondere anche attraverso la manifestazione popolare che potrà quindi assumere carattere culturale, storico, sociale e identitario, oltre che ovviamente naturalistico. Da molti anni è presente nella comunità il “Comitato Spontaneo della festa di Sant’Onofrio”, nel quale si annoverano pastori della valle del Colognati ma anche fedeli e semplici cittadini interessati alla valorizzazione dei luoghi e della tradizione
«Le tradizioni come quella della Festa di Sant’Onofrio servono innanzitutto per esercitare la memoria della comunità: religiosa, ma anche storica e culturale – ha affermato il sindaco Flavio Stasi – ma un evento del genere deve essere anche funzionale alla valorizzazione di un luogo splendido sotto il profilo naturalistico e pregno di storia e cultura. L’antico monastero, i monaci, l’attacco dei saraceni, la figura del Santo “che è sempre felice”, la transumanza, la privatizzazione e la ripubblicizzazione dei boschi con grande volontà della popolazione e molto altro: in questo tratto della valle del Colognati è racchiuso un pezzo della storia della nostra città, ma che oltre ad essere importante ha a mio avviso un grande potenziale anche turistico. Per questo l’esecutivo ha deciso di investire in questo evento, con l’obiettivo di renderlo nei prossimi anni uno degli eventi identitari di Corigliano-Rossano».
Il programma
8:30 incanti e riffa con “Ottavio”.
12 Santa Messa celebrata da don Pietro Madeo, segue la Processione che, per l’occasione, sarà accompagnata dalle “Zampogne del Pollino”. Subito dopo musiche e danze a cura dei suonatori di Conflenti (Catanzaro).