LE VUOTE E FUTILI POLEMICHE SU RINO GATTUSO

Le vuote e futili polemiche su Rino Gattuso
Un campione dentro e fuori i campi di calcio

 

 «Nasco in un paese di pescatori. I miei erano falegnami. Io ho lasciato casa a dodici anni per fare quello che mi piaceva e che sentivo di saper fare: giocare al calcio. Quando sento dire che sono razzista mi sento impazzire. Mio padre è andato a lavorare in Germania per un anno e mezzo. Un quarto della mia famiglia è sparso nel mondo, tutti sono andati a cercare quella fortuna che la Calabria non gli aveva concesso. Come diavolo potrei essere razzista?». Basterebbero queste parole di Gennaro Gattuso, rilasciate qualche giorno fa durante una lunga intervista a Walter Veltroni per il Corriere della Sera, per chiarire quanto vuote e futili siano le polemiche che, ciclicamente, dopo l’annuncio dell’ingaggio come allenatore di un grosso club internazionale, spuntano sui media.

Prendere frasi sporadiche, estrapolarle dal contesto e rivenderle come nuove è pratica fin troppo abusata.

 «Sono molto diverso da come vengo descritto da dodici mesi a questa parte. Si prendono dichiarazioni di anni diversi, le si isola dal contesto e si imbastiscono processi con l’obiettivo di delegittimare una persona, una vita. Io non sono un tipo da social. Se mi chiamano Ringhio, ci sarà un motivo. Non vado a caccia di facili consensi, non faccio il simpatico a comando. Sono uno che lavora, che ha sempre lavorato, che ha faticato tanto e che è grato alla vita per quello che gli ha dato».

Rino Gattuso è noto per la sua tenacia sui campi di calcio e per l’efficacia tattica delle sue giocate, a noi conosciuto per la sua generosità e per l’amore sconfinato per la sua terra declinato come educazione allo sport sano ed alla crescita dei ragazzi della sua Schiavonea. Durante il lockdown una telefonata appena abbozzata è stata sufficiente per ottenere da lui un contributo per l’acquisto di un’ambulanza, gesto di vicinanza senza misura in un momento drammatico per tutti, per le conseguenze della pandemia da Covid. 

Ma al di là di tutto, la sua figura vincente e caparbia appartiene alla sua città, che, nel suo percorso unitario, trae linfa anche dalla sua capacità di affrontare e superare gli ostacoli. Anche da allenatore ha saputo trasmettere valori sani. La sua schiettezza lo ha reso universalmente simpatico, specie quando ha rappresentato plasticamente le situazioni agonistiche attingendo al suo dialetto originario. Non esiste una filosofia di pensiero di Gennaro Gattuso, come si vorrebbe far credere da parte di chi vuole speculare malevolmente sulla sua persona. Esiste la spontaneità di un ragazzo venuto su con le sue gambe, abituato a parlare con i fatti più che con le parole: un condensato di solidarietà e di generosa presenza che i suoi concittadini gli riconoscono all’unisono, specchiandosi nella sua simpatia e nella sua indiscutibile propensione a scalare anche le vette più impervie, ma di uscirne fuori vincente.

Da primo cittadino della sua città, Corigliano-Rossano, rispondo indignato alle insinuazioni pseudo sportive che gli attribuiscono un profilo negativo sul versante dei valori e dei principi di civiltà.

 

IL SINDACO

FLAVIO STASI

Condividi