LE DEMOLIZIONI DEI LIDI NON SONO OGGETTO DI PROVVEDIMENTO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE

Stasi: «Queste demolizioni rientrano in un percorso diverso che fa capo alla procedura di incameramento di opere sul demanio marittimo»

Mercoledì scorso sono state emanate tre diverse ordinanze – la numero 33, 34 e 35 – riguardanti la demolizione di alcuni storici manufatti realizzati sul demanio marittimo. Nello specifico si tratta del Lido delle Sirene, Lido Nettuno e Lido Europa. Su questi tre manufatti sono pendenti, da tempo, numerose procedure in diverse sedi istituzionali e che negli ultimi anni, grazie all’impulso dell’Amministrazione Comunale in sinergia con l’Autorità Marittima, si sono progressivamente definite.

«In queste ultime ore ho letto alcune ricostruzioni – afferma il sindaco Flavio Stasi – secondo le quali le ordinanze di demolizione dei lidi sul demanio sarebbero frutto di un provvedimento del Presidente della Regione. Mi è obbligo informare che si tratta dell’ennesimo abbaglio, frutto di approssimazione ed impreparazione. Le demolizioni in oggetto rientrano in un percorso diverso che fa capo alla procedura di incameramento di opere sul demanio marittimo, che era ferma da prima del nostro insediamento e nel quale il Comune si è già espresso oltre che nel corso delle riunioni, anche mediante note formali nell’ottobre 2021, nel febbraio 2022 e nell’aprile 2022».

 «Si tratta della seconda brutta figura delle stesse organizzazioni politiche (se non si considera la richiesta di commissariamento per lo Statuto) – conclude il Primo Cittadino – che sono quelle che, per esempio, mi hanno chiesto di aderire alla rottamazione consentita dalla finanziaria del 2022 mentre la Giunta Regionale di cui è espressione non ha aderito. Dirò di più: io sono contento del provvedimento del Presidente della Giunta Regionale, perché dimostra interesse verso un tema per il quale la nostra Amministrazione, in questi 3 anni, ha sbloccato procedure ferme da decenni.  Insomma, l’opposizione è una cosa sana, ma è anche una cosa seria e bisogna studiare»

Condividi