Alboresi: «Il fenomeno della violenza su donne, minori e soggetti fragili, è un problema che ha molte cause e ha bisogno di competenze diverse»
Insieme per combattere la violenza sulle donne. È stato firmato ieri, nella sede della Questura di Cosenza, il Protocollo Viola, un “Protocollo d’intesa per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della violenza in Provincia di Cosenza”, alla presenza del Capo di Gabinetto, del dirigente della Divisione Anticrimine, del comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri, del comando provinciale della Guardia di Finanza, il commissario dell’Asp di Cosenza, dei sindaci di Trebisacce, Cosenza, del vicesindaco di Castrovillari e del vicesindaco Maria Salimbeni per il comune di Corigliano-Rossano e un rappresentante dell’associazione Mondiversi sempre di Corigliano-Rossano.
Coordinare ed integrare le iniziative per il contrasto alla violenza verso donne, minori e categorie deboli in genere, questa la natura dell’iniziativa odierna che istituzionalizza una rete di intervento su tutto il territorio provinciale a tutela delle persone vulnerabili. Il fenomeno della violenza nei confronti delle donne, dei minori e delle altre categorie deboli manifesta una preoccupante tendenza in aumento, suscitando una situazione di grave allarme e insicurezza collettiva, rappresentando anche nei nostri territori una tragica attualità.
Per arginare il fenomeno della violenza di genere, che ormai ha assunto la connotazione di un vero e proprio stigma sociale, è stato redatto “Protocollo d’intesa per la promozione di strategie condivise finalizzate alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della violenza in Provincia di Cosenza”, meglio noto come “Protocollo Viola” a cui il comune, capofila dell’Ambito Territoriale afferente al Distretto Socio-Assistenziale n. 3 di Corigliano Rossano, ha deciso senza indugi di aderire, entrando anche a far parte della Task Force costituenda – con i referenti degli Enti e delle Associazioni Firmatarie del presente Protocollo – nell’ambito del “Piano di Azione Straordinario” di contrasto alla violenza sessuale e di genere.
Un documento che codifica un percorso valido sia nelle misure immediate di soccorso, sostegno e solidarietà alle vittime che in quello della messa a punto di linee programmatiche in merito alla prevenzione, attraverso azioni di sensibilizzazione e formazione continua, vicinanza alle vittime, multidisciplinarietà dell’approccio e convergenza nel modello operativo. Il progetto, tra le altre azioni prevede il “codice viola”, appunto, che identifica un canale di accesso al pronto soccorso ospedaliero riservato. Oltre a rafforzare il coordinamento delle azioni e la cooperazione fra soggetti pubblici e privati, operanti nello specifico settore, realizzando incontri e momenti di conoscenza delle modalità operative di ciascun soggetto in tale ambito, nello spirito di collaborazione.
«È necessario lavorare tutti insieme – afferma l’assessore alle Politiche di Genere, Alessia Alboresi – poiché il fenomeno della violenza su donne, minori e soggetti fragili, è un problema che ha molte cause e ha bisogno di competenze diverse per poter essere affrontato nelle sue diverse sfaccettature. Non basta la repressione, sebbene fondamentale, occorre un’attività educativa rivolta sia a chi si è reso responsabile di tali terribili reati sia ai giovani per far comprendere loro che amore significa rispetto e libertà e non possesso, proprio su questo tema oggi parteciperò al seminario formativo, patrocinato dal Comune e organizzato da diverse associazioni presenti sul territorio, al Castello Ducale che approfondirà temi e finalità del Protocollo stesso».
«Il percorso Viola, che abbiamo firmato oggi – afferma la vicesindaco Maria Salimbeni – è riservato a tutte quelle categorie di persone, senza distinzione di genere o età, che, a causa della lord condizione di fragilità, più facilmente possono diventare vittime di abusi e violenze. L’assegnazione del codice è affidata ad un pool di esperti, persone in grado di riconoscere i segnali, non sempre chiari o dichiarati per vergogna o paura, di una violenza subita. A quel punto si attiverà il Gruppo Operativo Interforze, garantendo, ogni attività necessaria per proteggere la salute della vittima»