Sant’Onofio. Stasi: «Un evento apparentemente meno spettacolare di altri, ma una tradizione che intendiamo valorizzare»
Il 25 giugno si celebrerà la tradizionale Festa di Sant’Onofrio una delle più antiche delle celebrazioni religiose pastorali del nostro territorio che si tramanda, da secoli, di generazione in generazione, probabilmente una delle più antiche d’Italia che, ad un mese circa dall’inizio dell’equinozio di primavera, invoca la protezione del Santo eremita persiano-egiziano per propiziare una proficua stagione della transumanza.
La festa, nella valle del Colagnati, molto partecipata da tutto il circondario, ha mantenuto il suo carattere campestre-pastorale ed è da sempre affidata alla cura dei volontari – che hanno avuto a cuore quei luoghi e la tradizione – e dell’amministrazione comunale che ha inteso valorizzarla e rendendola evento inclusivo e identitario della città.
Il rituale si snoda in diversi momenti si parte dalla venerazione della statua lignea del santo eremita il cui capo viene adornato con una corona di fiori. La statua viene portata a spalla in processione per i viottoli attorno alla Chiesetta, accompagnata da musica e canti, un devoto dietro la statua reca un lungo bastone ramificato, detto “majo”, ricavato nel mese di maggio dalla pianta arborea longeva e beneaugurale della “fisciognola” (agrifoglio), ai cui rami sono appesi numerosissimi “taralli” fatti in casa, simbolo del lavoro dell’uomo e offerta votiva al Santo del popolo.
A conclusione della processione e della fase religiosa della festa il parroco della contrada concelebra la messa con la partecipazione della popolazione. Seguono i momenti laici della festività. Si tiene l’”incanto” da parte di esperti rappresentanti del “Comitato di Sant’Onofrio”, ossia la messa all’asta dei “taralli del majo” e di prodotti lattiero-caseari, conserve alimentari, insaccati, vino animali d’allevamento, offerti generosamente dalle famiglie del territorio al Santo e il cui ricavato viene utilizzato per le opere di manutenzione della Chiesetta.
«Il santo che è sempre felice, la storia del suo eremo, il luogo incantevole il cui si svolge: questa è la Festa di Sant’Onofrio – ha dichiarato il sindaco Flavio Stasi – Un evento apparentemente meno spettacolare di altri, ma una tradizione che ha valori unici e che intendiamo valorizzare. Da quest’anno la Festa di Sant’Onofrio ha anche il suo logo e progressivamente intendiamo farla conoscere oltre i confini cittadini. Significa non solo raccontare la storia del Santo dei Pastori e di come questa si intrecci con la storia della comunità, ma significa anche far conoscere un luogo meraviglioso, quello della valle del Colagnati, e del pianoro dove sorgeva il monastero».