Le ragioni della mobilitazione del 20 ottobre
A seguito delle riunioni delle scorse ore, con il conseguente avvio della mobilitazione civile per la profonda rivisitazione o ritiro del Piano di Dimensionamento Scolastico, è stata stilata una piattaforma di sintesi che esplicita le ragioni fondanti della mobilitazione, per come venute fuori nel corso degli incontri stessi.
Manifestazione del 20 ottobre
contro il dimensionamento scolastico
Piattaforma di sintesi della mobilitazione
La legge finanziaria del dicembre 2022 stabilisce dei criteri sui quali basare il nuovo dimensionamento scolastico. Criteri numerici, che ruotano principalmente intorno alla consistenza degli utenti degli istituti, comprensivi e superiori, stabilendo per i comuni superiori a 15 mila abitanti la soglia tra 900 e 1000 alunni e studenti.
Un base di partenza certamente inadeguata per la Calabria, che a differenza di altre aree del Paese non è caratterizzata da grossi centri ben collegati, ma da centri abitati distanti e mal collegati, da una dispersione scolastica elevata, dati Invalsi per nulla rassicuranti, cioè dalla esigenza di una articolazione scolastica che garantisca maggiore presenza possibile, anche di carattere dirigenziale ed organizzativo.
Dei presupposti dunque sbagliati, declinati se possibile ancora peggio dalla proposta approvata dal Consiglio Provinciale il 16 ottobre.
Una proposta formulata senza alcuna concertazione, resa nota solo il 14 ottobre senza alcuna anticipazione ai diretti interessati rispetto ad eventuali criteri ulteriori con i quali sarebbero state effettuate le valutazioni. Il percorso successivo ci dimostra che quei criteri, evidentemente, non c’erano.
Nella proposta approvata, infatti, si applicano senza alcuna giustificazione più pesi e più misure.
L’incomprensibile rigidità numerica applicata a Corigliano-Rossano, infatti si trasforma in totale discrezionalità altrove, con istituti che mantengono la propria autonomia con poche centinaia di iscritti e che non rispondono a nessuno dei criteri per i quali si sarebbe potuta valutare una deroga.
A Corigliano-Rossano, invece, sono stati accorpati istituti che superavano i 1000 studenti ed è stata ignorata la proposta alternativa del comune che prevedeva solo Istituti Comprensivi di 1000 studenti.
Sono stati creati mega-istituti completamente ingestibili e con plessi distantissimi. Non è stata garantita nemmeno la continuità del ciclo di studio nello stesso istituto.
Tutto questo nonostante la città registrasse la presenza di tre parametri di criticità secondo lei linee guida della Regione, circostanza che avrebbe consentito addirittura l’adozione di forme di deroga rispetto ai criteri numerici conosciuti. Si è agito in direzione esattamente opposta.
Sono stati mortificati senza alcuna giustificazione Istituti la cui storia è ben più ricca di molti altri salvaguardati per “blasone”.
In sostanza si tratta di un provvedimento ingiustificabile, incoerente ed inaccettabile per gli istituti scolastici, per il mondo del lavoro, per le famiglie, per gli studenti, per la città.
Il venti ottobre la città e tutte le sue articolazioni sociali, scolastiche, sindacali, di categoria, inizierà un percorso di mobilitazione trasversale che non si fermerà fin quando questo provvedimento non sarà completamente rivisto o fermato, garantendo a Corigliano-Rossano il rispetto e la dignità che merita.