SETTE MINUTI IN CAMBIO DI UN’ORA E MEZZO PER 600MILA PERSONE

Stasi: dopo il dibattito delle scorse settimane, ho inviato una missiva al Ministro Salvini.

Dopo il dibattito delle settimane scorse, durante il quale ho avuto modo di interloquire pubblicamente con autorevoli esponenti della maggioranza di Governo rispetto al tema dell’Alta Velocità ed in particolare del tentativo di RFI di abbandonare l’idea di tracciato iniziale, ovvero la Praia – Tarsia, nella giornata di venerdì ho scritto direttamente al Ministro Salvini, ribadendo l’esigenza di aprire un confronto col territorio rispetto a tale tema fondamentale.

Così come ebbi modo di replicare a chi, un po’ frettolosamente, mi aveva accusato di campanilismo, nella mia lunga lettera al Ministro ho sottolineato alcuni dati che non possono essere ignorati.

Se è vero, infatti, che la strategicità di un opera ferroviaria dipende dal tempo di percorrenza e che questa è stata la motivazione principale addotta a difesa del tracciato tirrenico, ritengo che proprio questa possa rappresentare la motivazione principale che impone di tornare al tracciato interno, dimostrandolo con dati di fatto.

All’arrivo alla stazione di Reggio Calabria il tracciato di Tarsia pagherebbe circa 7 minuti in più. La Valle del Crati – tra i due poli urbani di Corigliano-Rossano e Cosenza, il Pollino, lo Ionio e le zone interne – ospita circa un terzo della popolazione calabrese. Queste popolazioni, rispetto al tracciato tirrenico, impiegherebbero per raggiungere la stazione di Paola qualcosa come un’ora e mezza in più, di media.

Se l’obiettivo è quello di poter raggiungere un nodo principale, come Roma, e rientrare in giornata, è evidente che questo obiettivo risulterebbe miseramente fallito, in quanto alle tre ore canoniche di viaggio ferroviario, circa 600 mila persone dovrebbero aggiungerne altre tre per raggiungere la stazione. Dire che la Calabria sarebbe collegata in tre, rappresenterebbe quindi un dato esclusivamente di facciata, salvo se si vuole considerare un terzo della popolazione come quota marginale, e credo sia difficile da sostenere.

La stazione di Tarsia, invece, sarebbe baricentrica rispetto all’intera valle del Crati, facilmente raggiungibile dallo Ionio, dal Pollino, dall’Esaro, dai principali poli urbani, tutto questo senza penalizzare la fascia tirrenica cosentina che già ha delle corse veloci che collegano Paola a Roma ed oltre, e che resterebbe comunque collegata all’Alta Velocità a nord ed a sud della provincia.

In quest’ottica plaudo all’iniziativa di alcuni colleghi della provincia – tra i quali cito i principali promotori, ovvero il sindaco di Castrovillari, Mimmo Lo Polito, ed il sindaco della città capoluogo, Franz Caruso, che ringrazio – che va nella stessa direzione e che sottolinea come il semplice raddoppio della Paola – Cosenza non rappresenti una soluzione sostenibile perché non risolverebbe il problema della fruibilità della linea ad alta velocità per centinaia di migliaia di persone.

La richiesta mossa nei confronti del Ministro è quella di aprire un confronto istituzionale su questo tema, scevro da condizionamenti politici e ragionamenti campanilisti perché il nodo di Tarsia non rappresenterebbe una “stazione sotto casa” ma un punto strategico e baricentrico; un confronto finalizzato ad individuare le migliori soluzioni affinché un enorme pezzo di territorio possa contribuire alla crescita del Paese.

Nella medesima lettera ho ribadito, a margine della questione Alta Velocità, quanto ho già espresso in altre occasioni anche alle altre istituzioni extra-comunali, ovvero l’esigenza di potenziare e realizzare i lavori necessari per consentire l’arrivo dei treni “freccia” anche nelle stazioni di Corigliano-Rossano, principale bacino di utenza, trattandosi di lavori per nulla complicati ed in parte già finanziati.

Sono fiducioso che il Ministro possa prendere in carico la questione ed aprire finalmente un confronto istituzionale che, sono certo, garantirà le soluzioni più efficienti e funzionali per tutti.

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